ZolPeople - Antonio e il suo Sticchi's, così un puteolano ha conquistato Aalborg

 

Ricominciare da zero, a 2300 km da casa, è anche una questione di approccio. Antonio Sticchi nel marzo del 2005 ha lasciato Pozzuoli e i Campi Flegrei e si è trasferito ad Aalborg, nella regione settentrionale dello Jutland, in Danimarca. 10 anni dopo il suo Sticchi’s, ristorante-pizzeria, può essere considerato un fulcro aggregativo: ritrovo per la comunità italiana e punto di riferimento per quella danese da sempre attratta da tutto ciò che viene dal belpaese. Sta di fatto che anche Thomas Kastrup-Larsen, il borgomastro (il sindaco) di Aalborg, cliente affezionato, ha recentemente parlato di Sticchi’s come di un avamposto di tipicità ed integrazione per una città che nell’area metropolitana conta oltre 200mila abitanti, e che grazie alla celebre Università può vantare una variegata comunità internazionale. 

 

Una bella storia dunque, di lavoro e soddisfazione, una storia di quelle che piacciono a noi di Zolfood, e che vogliamo raccontare dall’inizio…

“Da 10 anni fa allora, per quel che riguarda la mia nuova vita in Danimarca. Ma anche da prima perché la ristorazione è sempre stata una parte importante della mia vita, e la cucina mi ha sempre stimolato. Certo la situazione in Italia era profondamente diversa”.

Tutto iniziò con lo Sticchi Pub, all’interno della Villa Avellino, a Pozzuoli (la prima foto da sinistra).

“Un’esperienza a 360° che mi è stata comunque utilissima in prospettiva. Ho affrontato tutte le difficoltà che questa professione può creare ma ho anche imparato tanto dal punto di vista della gestione, della scelta dei prodotti. E perché no, anche a conoscere i clienti, i loro gusti e come stimolarli. Sono insegnamenti che qui in Danimarca mi sono ritrovato”.

Lo Sticchi Pub fu anche il posto in cui Antonio incontrò gli amici danesi che poi lo avrebbero convinto, negli anni, a provare l’avventura scandinava.

“Sì, me lo dicevano spesso. Io intanto dopo l’esperienza in Villa Avellino ho lavorato anche altrove, ma non era la stessa cosa. E alla fine mi sono convinto, ho fatto le valigie e sono partito per Skagen, estremo nord della Danimarca”.

E lì l’approccio è stato determinante. 

“Probabilmente sì. Mi sono guardato attorno, ho provato a capire un posto ed un popolo che non conoscevo. Aprire un’attività subito sarebbe stato un salto nel buio, ho provato a capire qual’era l’offerta. I danesi amano l’Italia, la sua cultura e la sua cucina, ma ho notato che tutto ciò che veniva offerto loro nei ristoranti italiani era quanto meno contaminato. Io ho invece ho deciso di proporre un locale fondamentalista. Chi viene da me si sente in Italia, a Napoli, senza mezze misure. E giusto per capirci, la mia prima mossa è stata quella di istallare un forno a legna, probabilmente l’unico in tutto il nord della Danimarca”.



Qualità dei prodotti e fedeltà alle ricette tradizionali dunque, senza compromessi.

“Proprio così. A quel punto era inevitabile distinguersi, e ci ho provato. Ho elaborato un menù snello, poche cose ma fatte bene. Facciamo solo 6 tipi di pizza, e i nostri classici sono due primi, una linguina con gli scampi e uno spaghetto con le cozze, tutti piatti estremamente rappresentativi della nostra cultura. Poi è chiaro, durante l’anno mi diverto ad offrire anche altre specialità nostrane, a seconda del periodo e della disponibilità. Come gli struffoli, ad esempio, ma anche la parmigiana che è piaciuta tantissimo, ma qui non è semplicissimo trovare le melanzane. Però mi diverto, facciamo tombolate, serate a tema, spaghettate con musica napoletana. E 3-4 volte all’anno propongo anche la domenica italiana, in cui preparo ragù, braciole, cotiche, salsicce e friarielli. Il tutto innaffiato da vini campani. In quelle occasioni è facile che nel mio locale arrivino anche i proprietari degli altri  ristoranti italiani della città. E anche questa è una bella soddisfazione”.

L’ennesima, ma non finisce qui. Allo Sticchi’s stanno infatti aspettando anche la certificazione di Pizzeria S.T.G. rilasciato dall’Associazione Verace Pizza Napoletana solo a chi segue nella selezione degli ingredienti e nella preparazione delle pizze un rigido disciplinare. 

“Aspettiamo notizie proprio in questi giorni. Per noi sarebbe un ulteriore sigillo di garanzia. Per i nostri clienti, un altro stimolo e una possibilità di riconoscere la vera pizza napoletana”.